Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/616

Da Wikisource.

TERZO 5t)5 il’ateismo che andava volgendo pel capo. Il co. Mazzucchelli nelle erudite sue note alla citata Vita di Guido cerca di difenderlo dalla taccia d’Epicureo (nota 4), che qui dal Boccaccio gli veggiam data, e che gli si dà parimente, per lasciare in disparte molti moderni, da Filippo Villani, almen secondo l’originale latino, e da Domenico Bandino, e da Benvenuto da Imola, che questa novella ha inserita ne’ suoi Comenti su Dante (Antiq. Ital. t. 1, p. 1186). Egli crede che il Boccaccio qui abbia finto, come spesso suole nelle Novelle; e riflette che nel suo Comento su Dante nulla dice di tale accusa. E certo non è inverisimile che essendo egli figliuolo di Cavalcante, il quale si pone da Dante tra gli Epicurei nell’Inferno (c. 10), si credesse da molti, benchè senza bastevole fondamento, che il figliuolo ancora fosse infetto de’ medesimi errori; sul qual argomento fondati il detto co. Mazzucchelli e il canonico Biscioni (Note alla Vita nuova (di Dante p. 33, ed. Zatta) han rigettata, come non ben fondata, cotale accusa. Ma a giudicarne con sicurezza, converrebbe avere sotto degli occhi qualche opera di Guido, in cui egli ci spiegasse i suoi sentimenti; e dalle poesie che di lui ci sono rimaste, non si può, a mio parere, trarne alcun argomento o a difenderlo, o ad accusarlo. XV. A qual tempo ei vivesse, cel mostrano gli antichi storici fiorentini che di lui ci ragionano. Ricordano Malespini (Stor. fior. c. 185, Script. Rer. ital. vol. 7, p. 1008) seguito poi e copiato secondo il costume da Giovanni Villani