Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/658

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TERZO O07 poema. Perciocché, lasciando stare più altri passi, da’ quali raccogliesi ch’ei lo scriveva su gli ultimi anni del secolo xii, egli accenna come di fresco avvenuti due fatti che accaddero l’anno 1192, cioè la morte di Corrado marchese di Monferrato ucciso a tradimento per opera, come si credette da molti, di Riccardo re d’Inghilterra, e la prigionia dello stesso Riccardo, il quale tornando da Terra Santa, e passando per le terre di Leopoldo duca d’Austria, fu per comando di lui arrestato e chiuso in carcere. Ecco il passo in cui Arrigo chiaramente allude a questi due fatti: Ecce modernorum priscis esemplairelictis: Paupertate nihil tutius esse potest. Unicus ille leo fidei vigor, unicus immo Murus, et hostis erat unicus ille timor; Dux ferus et nostrae Conradus causa salutis: Cur, quia magnus erat, proditione perit? Qui modo regnantes, et fortes fregerat arcus , Cui genus et census rabora multa dabant, Nuper idem misero sub pupertatis amictu, Captus et inclusus Anglica facta luit. L. 3, v. 155. Eran dunque ancor recenti questi due fatti, perchè da Arrigo si potessero dire avvenuti nuper; e perciò, come abbiam detto, non si può differir l’epoca di questo poema più oltre che agli ultimi anni del xii secolo. Ma qual età avesse allora il poeta, che avvenisse poscia di lui, e fino a quando vivesse, non abbiam monumento da cui ricavarlo. Solo veggiamo che in qualche codice antico egli è chiamato col nome di Samaritano, ossia Samariensis Mehus Vita Ambros. camald p. 121),