Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/683

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66-2 LIBRO delle Vigne, in cui piange la morte di un professor di gramatica appellato Bene, ha fatto credere al Muratori e al Mehus che questi fosse il medesimo che Buoncompagno; se non che il Muratori credette ch’egli o avesse amendue questi nomi, o che dell’abbreviarsi il nome di Buoncompagno ne venisse l’altro nome di Buono o di Bene; il Mehus al contrario pensò che Buoncompagno fosse lo stesso che Buono o Bene figliuolo di Compagno. Ma tutte queste etimologie sono appoggiate a troppo debole fondamento; e noi mostreremo fra poco che Bene fu uomo totalmente diverso da Buoncompagno. III. Assai più ampie e più accertate notizie intorno a Buoncompagno abbiamo nella recente eruditissima Storia dell1 Università di Bologna tratte solamente della Cronaca di F. Salimbene che vivea a quella medesima età, e di cui abbiamo altre volte parlato. In questa Cronaca si danno a Buoncompagno i gloriosissimi nomi di gran maestro di gramatica e di dottore solenne (De Prof. Bon. t. 1, pars 2, p. 210). Ma insieme se ne raccontano fatti che alla memoria di questo celebre professore non son troppo onorevoli. Noi ne abbiam già favellato ove, parlando del celebre F. Giovanni da Vicenza (l. 2, c. 4), abbiam rammentato il ridersi che Buoncompagno faceva de’ miracoli che a lui udiva attribuirsi, il ritmo latino ch’egli in tal occasione compose, e il deluder che fece tutta Bologna , invitando a venir un giorno a vederlo a levarsi a volo per aria, e poi congedando l’immensa moltitudine accorsa, col darle la sua non troppo autorevole benedizione.