Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/7

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VI PREFAZIONE essi osserveranno ch’io o abbia commessi errori, o abbia commesse tai cose che nella Storia della Letteratura Italiana non dovesser tacersi; e se riguardo a’ tempi, de’ quali debbo ancor ragionare, essi hanno monumenti, osservazioni e scoperte che ne’ libri già stampati e non difficili a ritrovarsi non s’incontrino, niuna cosa mi potran fare più grata, che avvertirmene cortesemente. Mi lusingo di aver già mostrato abbastanza ch’ io son ben lungi dal volermi arricchire delle altrui spoglie, e che rendo volentieri ad ognuno quella gloria che gli si dee; ed essi potran perciò persuadersi che userò in modo dei’ lumi da essi somministratimi, che ne rimanga loro tutta la lode. Io altro non bramo che di esporre nella vera sua luce, quanto debbano all’Italia le lettere e le scienze tutte, acciocchè e alcuni tra gli stranieri apprendano a sentire e a scrivere con minor disprezzo degl'italiani, e alcuni ancora tra gli'italiani cessino finalmente di essere ammiratori troppo ciechi e adulatori troppo servili degli stranieri.