Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/754

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TEliZO 733 che disse Margaritone d’Arezzo essere stato il primo a rapportar sopra le tavole alcune tele (l. cit. p. 19). Io so che qualche valentuomo non lascia di sospettar d’impostura nella iscrizione di questo ritratto, che gli sembra troppo ben fatto, perchè si creda di tempi sì barbari. Ma a me sembra non essere ancor così certo che i pittori tutti dì questi tempi fossero grossolani e rozzi, che il sol vedere una pittura non dispregevole basti a conchiudere che ella fu di tempo assai posteriore (a). Ma bello è singolarmente il monumento dato alla luce dal Bosetti nella Storia dell’Università di Ferrara , quando si possa assicurare che sia sincero. Egli parla (t. 2, p. 446&) di un codice ms. di Virgilio, che conservasi in quella città nella libreria de’ PP. Carmelitani di S. Paolo, scritto l’anno 1198, e ornato di miniature da Giovanni di Algieri monaco, come si manifesta dall’iscrizione ch’egli ne riferisce. Aggiugne poscia che nell’ultima pagina di questo codice così trovasi scritto: A. D. † In el presente anno de Salute M. doixento quaranta doi lo strenuo ac splendido viro Athom de Esti gha facto impinger (-/) Giulio Miincini sancse nel suo Trattato della conoscenza delie Pitture , che non è mai stato stampato, rammenta all7 anno 1 a35 il ritratto di S. Francesco fatto ila Buonaventura... da Lucca assai di buona maniera: i piedi posano nel piano, nè sono così a piè d’oca, come quelli di Cimabue. Questo ritratto è in Faticano nelle camere del Papa (Della Falle, Lettere sanesi , t. 1, p. n55). Par dunque che fosse questo l’originale, e che il quadro di Guiglia ne sia una copia, e che perciò appaia men rozzo di quel che sembri convenire a que’ tempi.