Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/87

Da Wikisource.

6G LIBIIO domimim Herboldum teutonicum de Conjluenlia, dominimi Desidi riunì archidiac'onum de Ungaria, dominum Stevanum canonicum ¡risenti rumi de Burgundi a, dominimi Benedictum de Ungaria, dominum Mattheum de Hispania, dominum Zanettonem de Mantua, et dominum Johannem canonicum ferrariensem de Verona. Che tutti, o la maggior parte di questi abbandonata avesser Bologna per venire a Vicenza, non ne abbiamo monumento sicuro. Ma al vedere nominati tra essi Cacciavillano e Melendo ossia Menendo, che erano già stati professori in Bologna, il primo di diritto civile, di canonico il secondo, si rende evidente, come osserva il medesimo P. Sarti (l. c. t. 1, pars 1, p. 306), che da questa città eran essi e i loro scolari insieme partiti, per andare a Vicenza. Qual ragione a ciò gl’ inducesse, non ce n è rimasta memoria. Furono probabilmente dissensioni e turbolenze interne che diedero occasione a questo smembramento, il quale però ebbe poco felice successo; perciocchè, come è manifesto dalle cose già dette, l Università di Vicenza ebbe principio l’an 1204, e l’an 1209 ebbe fine; ed è probabile che i professori non meno che gli scolari, conoscendo per avventura più opportuno il soggiorno in Bologna, colà ritornassero. Ma dopo la metà del secolo procurò di nuovo il comun di Vicenza, per opera singolarmente del piissimo suo vescovo il B. Bartolommeo da Breganze dell’Ordine de’Predicatori, di avere altri pubblici professori. E il sig. Giambatisla V erci ha dati in luce i decreti fatti da quel