Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/93

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73 LIBRO nell1 Ordine de' Predicatori, il che accadde appunto o in quest’anno medesimo 1222, o, come sembra a’ suddetti scrittori più probabile, ne! seguente. Il Papadopoli e il Facciolati non han fatta parola di questo si famoso alunno delia loro Università, il qual pure dovea essere rammentalo tra’ primi. Di essa noi tomeremo a parlare in questo capo medesimo. Ora ci convien proseguire la narrazione delle allre vicende a cui l’Università di Bologna fu in questi anni soggetta. VI. Era ancor fresca la piaga che dalla diserzione de’ professori e degli scolari passati a Padova ella avea ricevuta, quando mi’ assai più fiera burrasca levosselc contro, da cui parea eh’ ella dovesse rimanere interamente sommersa. Avea Federigo 11 formato il disegno di aprire in Napoli una pubblica Università; perciocché, benché ivi fossero state in addietro alcune scuole, nondimeno non vi si professava» le scienze in quella estensione clic a un sì florido regno parea convenire. Perciò, come abbiarn nella Storia di Kiccardo da S. Germano (Script. Ord. Praed. t. 1, p. 997), nel mese di luglio dell’ anno 1224 egli mandò lettere M. Portai (Hi si. de VAnalom. ec. t. 1, p. i r)*5) invece di Padova han nominata Pavia, parlando delle scuole alle quali fu dall’ Allemagna mandato Alberto Magno, e della loro autorità si è valuto il sig. Siro Comi nell ingegnoso sforzo da lui fatto in favore dell' antichità dell'Università rii Pnvin (Philelplius Arch'gymn. Ttcin. l’indicatus, p. 137). Ma lo stesso Alberto citato dai PP. Quetif cil Fcbai'd ilice eliiaranienle Padova e non Pavia; nè si è recata ragione alcuna per cui si pruovi doversi fare un tal cambiamento.