Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/113

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70 LIBRO do’ Sauesi medesimi con tutti gli altri lor mobili si trasportassero a Siena; che a’ professori si pagassero ogni anno trecento fiorini d’oro; che agli scolari per un anno e quattro mesi si desse gratuitamente l’abitazione; e che procurassero di aver dal sommo pontefice il privilegio di conferire la laurea. Qual grande idea aveasi delle lettere in que’ tempi per altro sì barbari, poichè a sì gran costo le città si procacciavano i mezzi di coltivarle! Di questo fatto si fa menzione anche nelle antiche Cronache Sanesi pubblicate dal Muratori (Script. Rer. ital. vol. 15, p. 63), ma insieme si accenna l’infelice esito che ebbe, benchè ivi si narri non al 1321, ma all’anno innanzi: E nel detto tempo e nel mese di Maggio venne lo studio generale di Bologna in Siena, e a quelli Scolari el Comune fece grandi vantaggi. Ma poco tempo si stette; imperocchè ’l Comune lo’ promise di far lor avere dei previlegj del Convento , e poi ne li potero avere, e per questa cagione si partiro. Di questa medesima traslazione io trovo memoria nell’opera sopraccitata di Dino, il quale nel proemio d’essa così dice: Et licet Scholares omnes mei amici veri existant, maxime tamen Scholares, qui de Borioni a et aliis partibus ad Civitatem Sena rum gratia Reformationis studii, quod Bononie tunc tempori s fuit destructum, venerunt mihi non solurn amie iti a. sed etiam procurando honorem et salarium ab eodem Comuni. Ma al fine della stessa opera sembra che Dino si contraddica; perciocchè dopo aver detto, come al principio, ch’egli aveala cominciata in Bologna nel vi anno