Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/114

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PRIMO 77 della sua lettura, dice che continuolla in Padova: deinde vero vocatus ad studium reparandum a Comuni Civitatis Paduae ibi legens hoc opus reincepi; e aggiugne che poscia per l’infelice stato di Padova passò a Firenze, e ivi continuolla, e la compì nel 1319. corae come" possiam noi conciliare il primo passo col secondo? E inoltre, se Dino compiè quest’opera nel 1319) dappoichè o da Siena, o da Padova egli era passato a Firenze, come potè avvenire che lo Studio da Bologna si trasportasse a Siena solo nell’anno 1321? Aggiungasi, che lo stesso Dino al fine del suo comento sul secondo canone d’Avicenna così dice: Et finita est ec completa haec expositio et declaratio hujus partis Avicennae anno Chris ti i3a5, die 27 Mensis Octobris, quam ego Dynus de Florentia minimus inter Medicinae Doctores incepij cum viguit Studium in Civitate Senarum , et hanc partem Avicannae ibi in cathedra legi; sed eam complevi, cum Florentiam redii propter illius studii diminutionem et annichilationem. Tutte queste vicende però sembra che possano conciliarsi, dicendo che Dino circa il 1313 andò da Bologna a Padova, e che ivi stette fino al 1319); che allora andossene a Firenze, e vi compì il suo Dilucidatorio sopra Avicenna; che poscia passò l’an 1321 allo studio diSiena, ove molti scolari dell’università di Bologna vennero a udirlo; e che finalmente , sciolto non molto tempo dopo quel nuovo Studio, Dino un’altra volta tornossene a Firenze.