Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/119

Da Wikisource.

8j libuo sopraddetti nominati Soggiugne poscia la stessa Cronaca che per questa cagione si mandarono incontanente ambasciadori al papa ad Avignone, e pirono dell1 università degli scolari, e furono dal signor Taddeo salariati bene; il che pruova che nè la città nè lo Studio non era ancora stato interdetto. Ciò accadde solo, come continua a narrare la stessa Cronaca, il lunedì secondo di marzo, e fu il primo dì di quaresima. Convenne dunque chiuder le scuole e interromper gli studj. E nondimeno perchè il corpo dell’università non si sciogliesse del tutto, i Bolognesi preser consiglio di mandarlo almeno in parte a Castel S. Pietro, e il capo di questa spedizione fu Ranieri di Forlì celebre dottor di leggi a que’ tempi. De Mense Aprilis, così nella Storia del Griffoni (ib. p. 163), Dominus Raynerius de Forlivio Doctor Legum, et sex Scholares elee ti, ad legendum et tenendum studium in Castro S. Petri propter interdictum Studii, iverunt ad dictum Castrum dicta occasione, et multi Scholares iverunt ad intrandum ibi. dicta de causa. E così pure nell’altra Cronaca (ib. p. 378): A dì 16 di aprile andarono i dottori a leggere al Castello di S. Pietro a quegli scolari a’ quali piacque di andarvi, e furono i leggisti e i decretalisti; e ciascun dottore che leggeva innanti ebbe ad andarvi per suo onore. Il che pur si conferma dal Ghirardacci (t 2, p. 139)), il quale oltre Ranieri da Forlì nomina ancora Ugo da Parma decretalista, e specifica la casa in cui teneansi ivi le scuole. Non poteron però i Bolognesi impedire che altri di questa occasione non si