Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/143

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IO6 LIBRO che dalla stessa città si estraggono. Essi inoltre rivoltisi di bel nuovo con calde preghiere alla sede romana, trovarono in Clemente VI? ch’era frattanto succeduto a Benedetto XII, animo verso di essi e della università loro più favorevole. Perciocchè egli con sua bolla, spedita l’anno 1343, non solo onorolla di magnifici encomj, ma tutti ancora accordolle que’ privilegi che si soleano alle altre concedere, e quelli nominatamente che all’università di Bologna e di Parigi sono stati concedutij anzi vi veggiamo nominatamente aggiunto lo studio teologico che ivi chiamasi Studium Sacrae Paginae, e il privilegio di conferire la laurea in tutte le scienze; nel che però non possiamo accertare se anche la teologia fosse compresa, poichè sembra che per essa facesse d’uopo di menzione speciale, come vedrem fra poco parlando delle università di Fermo e di Roma. Nell’anno stesso con altra sua bolla ordinò che qualunque chierico per motivo di studio si trovasse in Pisa, goder nondimeno potesse del frutto de’ beneficj che altrove avea. Le quali due bolle si posson vedere presso lo stesso Fabbrucci (l. cit.). A’ privilegi pontificj si aggiunsero poscia ancor gl’imperiali; perciocchè, come n’ è fama in Pisa, non appoggiata però ad alcun autentico monumento (V. Fabbrucci ap. Calogerà, t. 25), l’imperador Carlo IV quando l’anno 1354 onorò ivi di poetico alloro Zanobi da Strada, a quella università ancora concedette il privilegio di conferire in qualunque scienza la laurea. Ma se questo privilegio fu veramente conceduto, noi fu che a