Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/206

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PRIMO lGj) di Gian Galeazzo (V. Argelati Bibl. Script, mediol. t. 2, p. 2106), nel qual prologo, pubblicato in parte dall’ab. Mehus (Vita Ambros. camald. p. 361), Uberto così ragiona: A’ nostri tempi uscirà finalmente alla luce la Politica di Platone? perciocchè se n’è fatta la traduzione di greco in latino da Manuello Crisolora costantinopolitano, uomo celebre e di singolare ingegno, e mio maestro nel greco, e ciò per opera del primo duca di Milano e della Liguria Gian Galeazzo.... il quale, fra le altre grandi e magnanime sue imprese, non solo presso di sè ha chiamati i più dotti uomini che in qualunque parte del mondo si ritrovassero, ma con ogni industria si è adoperato a raccogliere tutti que’ libri in cui così i greci come i latini antichi scrittori ci hanno lasciati i monumenti del lor sapere; e molti di essi che giacean quasi sommersi e naufraghi, ha felicemente ricoverati in sicuro porto e disposti nella sua biblioteca, ove mercè la premura di questo immortal principe possiamo ora leggere ad ammirare opere sì illustri. Nè questo passo , nè le parole dal Manzini da noi poc’anzi citate? non bastano ad accertarci se questa insigne biblioteca di Gian Galeazzo fosse da lui stata raccolta in Milano, o in Pavia. Il Giovio afferma ch’ella era in questa seconda città (in VitaJo. Galeat.), e ciò si rende più certo dalla testimonianza di Pier Candido Decembrio (figliuol di Uberto, il quale in una sua lettera, rammentata dall’eruditissimo Sassi (Hist Typogr. mediol. p. 294)? ne parla come di cosa che a suo tempo ancora esisteva, e rammenta il famoso codice di