Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/217

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(80 LIBRO degno di luce, assai maggior frutto ne avrei)bou le lettere ricevuto {a). xvin. XVIII. Così l’Italia andavasi in ogni parte 1 liaiu era • u i più rie- adornando di splendide biblioteche, che ageS. ’!« altriè volaron poscia vie maggiormente la strada a pruvincic. qlie’ |ieti progressi che la letteratura venne facendo nel secolo susseguente. Ad essa in Fatti ricorrevasi anche in questo secolo dagli stranieri per aver copia di que’ libri che tra loro inutilmente cercavansi. Ne abbiamo in pruova, fra le altre, una lettera di Giovanni di Montreuil pubblicata da’ PP. Martene e Durand (Collect ampliss. t. 2, p. 1345), in cui, scrivendo a un suo amico, il ragguaglia di aver dall’Italia ricevuto di fresco certe opere di Catone, di Censorino, di Varrone sopra l’agricoltura, di un certo Vittorino parimente sopra l’agricoltura, e le Commedie di Plauto; i quai libri, egli dice? io non so se in alcun luogo (a) Tra le chiese che per copia eli antichi codici meritan di essere rammentate, è quella di Cividal del Friuli , in cui fin da questo secolo furon trasportati molti di quelli che formavan già l’insigne biblioteca della chiesa d’Aquileia, la qual fu poscia a1 dì nostri divisa , assegnandosene parte a quella di Udine e parte a quella di Gorizia. Altre pregevoli biblioteche e nelle badie e nelle case private del Friuli eran parimente a que’ tempi; e moltissimi preziosi codici tuttora \’i si conservano , frutto della sollecitudine di coloro che in tempi cotanto diffìcili seppero studiosamente raccoglierli e conservarli. Di là certo sono vernili e il celebre Evangeliario pubblicato dal P. Bianchini, e il codice delle Opere di S. Leone, che passalo poi in Francia servi al Quesuel nel pubblicarle, e più altri che han data occasione di doUe ricerche a molti eruditi.