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SECONDO 23^ teologi. Ma bastino i fin qui nominati, e diam fine alla serie de’ teologi che fiorirono in Italia nella prima parte di questo secolo, col dir brevemente di F. Pietro dall’Aquila dell’Ordine de’ Minori. Il Wadingo pruova che l’anno 1343 ei fu fatto cappellano di Giovanna regina di Napoli (Ann. Minor, ad an. 1343 , n. 35), il quale onorevole titolo ei dovette probabilmente a quel F. Roberto Ungaro che era allor potentissimo a quella corte, e di cui il Petrarca ci ha lasciata non troppo onorevol memoria (Famil. l. 5, ep. 3). Non parmi però probabile che Pietro vivesse allora nè in quella corte nè in quella città; perciocchè fino dal detto anno 1343 ei dovea essere inquisitore in Firenze. Così raccogliesi da un fatto, che a lungo narra il Villani (l. 12, c. 57), accaduto ivi nel marzo del 1345 che corrisponde all’anno volgare 1344* Ei dice adunque che essendo F. Pietro dell’Aquila , cui egli chiama huomo superbo e pecunioso, inquisitore in Firenze, e avendo avuta commissione dal Cardinal Pietro Gomez di riscuotere un credito di dodici mila fiorini , di cui la compagnia degli Acciaiuoli eragli debitrice, Pietro fece arrestar per suoi messi un cotal Silvestro de’ Baroncelii eli’ era di questa compagnia. Di che levatosi a tumulto il popolo, non solo fu posto in libertà il prigione, ma a’ messi furon troncate le mani e intimato per dieci anni l’esilio. L’inquisitore timoroso insieme e sdegnato, ritirossi a Siena , e di là fulminò l’interdetto contro Firenze. Ma i Fiorentini inviarono in lor discolpa solenne ambasciata al