Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/309

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2J2 LIBRO a confutare 1’opinione di alcuni che mostrai* di far più conto delle Vite de’ Santi scritte nel secolo precedente da Jacopo da Voragine, che di quelle del Natali. Del medesimo sentimento è il ch Foscarini, il quale, di lui ragionando, Egli sostenne, dice (l. cit. p. 357), indicibili fatiche spogliando non solo gli antichi Padri, ma di mano in mano gli scrittori successivamente venuti. Gittò pur V occhio sopra codici singolari, come fu il Martirologio di S. Girolamo; e quantunque prendesse molto dal Calo, non omise però le Cronache più approvate, di maniera che sarebbe V opera sua riuscita a lodevol termine, se cotanta diligenza si fosse abbattuta in luce migliore di tempi, onde giusto motivo di emendarla si offerse al P. Alberto Castellano. Fino a quando vivesse il vescovo Pietro, non si può diffinire, come dimostra il medesimo Zeno. Ma certo han gravemente errato que’ molti scrittori, da lui medesimo annoverati, che lo han fatto fiorire verso la fine del secol segueute. xram. XXXIII. Io non farò che accennare alcune Altre Sto- |. • i • i rie purlico- alu’ C storie sacre particolari che appartengono doVic" Coni or- a questa medesima età , come la Cronaca della n,,là- chiesa di Atina da’ tempi di Giulio Cesare sino all’anno 1355, pubblicata prima dall’Ughelli (Ital. sacra, t. 10, p. 37), poscia di nuovo dal Muratori (Script. Rer. ital. vol. 7 3 p. 901), e quella del monastero della Cava dal 569 al 1318 , data in luce dal Muratori medesimo (ib. p. 915); la Cronaca del monastero di S. Sisto di Roma, scritta verso il 1318 da Benedetto da Montefiascone domenicano, che