Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/332

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SECONDO 295 Credesi ch’ei fosse il primo a tenerne pubblica scuola nell’università di Padova, ove, comesi è nel precedente tomo osservato, non erasi ancor introdotta cotale scienza, per modo che ve ne fosse un distinto pubblico professore. Molti autori moderni, citati dal conte Mazzucchelli, narran di Pietro ciò che noi altrove abbiam osservato narrarsi da altri di Taddeo fiorentino, cioè dell’eccessivo prezzo a cui egli pose la cura che dovea intraprendere del pontefice Onorio IV. Ma se un tal fatto non è abbastanza provato riguardo a Taddeo, ugualmente e forse ancora più incerto è riguardo a Pietro. Più certa pruova nel nome che si acquistò Pietro d’Abano nella medicina, è ciò che narra il Savonarola (l. cit. p. 1155), cioè che Gentile da Foligno, celebre medico di questa età, essendo andato a Padova, ebbe gran premura di visitare la scuola di Pietro, e che giuntone alla porta, piegatele ginocchia, trattasi la berretta di capo e sollevando le mani, Salve, esclamò, o santo tempio. Entrovvi poscia piangendo per tenerezza; e veggendo appese alle pareti alcune carte scritte per man di Pietro, presele come cosa sacra, e se le ripose nel seno. In alcune professioni proporzionato alla stima suol essere comunemente il guadagno, e così par che avvenisse a Pietro; poichè nel suo testamento, come narra il Tommasini che sembra averlo veduto (Gymn. patav. p). 11), lasciò al Comune di Padova 1500 lire piccole, che ancora gli si doveano per l’ultimo trimestre scorso: somma grande a que1 tempi, e che mostra ch’egli avea lo stipendio di 6000