Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/342

Da Wikisource.

’SECONDO 3o5 potè a ragione sdegnarsene. Ma certo se Cecco non fu in Firenze che dopo il 1316, non potè ivi conoscere, nè aver amico Dante. Per la stessa ragione non potè allora Cecco inimicarsi Guido Cavalcanti, poichè questi era morto poco dopo il principio del secolo , come nel precedente tomo si è dimostrato, benchè potesse incorrer lo sdegno di que’ che n’erano ammiratori , perchè di lui ancora parlò nella sua Acerba con poca stima (l. 3, c. 1). Che Cecco fosse in Bologna professore d’astrologia, è certissimo. Il P. Sarti rammenta (De Prof. Bon, vol 1, pars 1, p. 435) un codice Vaticano che contiene l’Astrologia di Cecco, così intitolato: Incipit scriptum de principiis Astro lo giae secundum Cicchum, dum juvenis erat electus per Universitatem Bononiae ad legendum. Ma queste stesse parole ci mostran chiaramente che o Cecco assai prima dell’anno 1322 cominciò a leggere in Bologna, o egli era nato assai dopo T anno 125^, perciocché un uomo nato nel detto anno, non poteva certo dirsi giovane l’an 1322. A me sembra ancora improbabile che i Bolognesi chiamasser Cecco alle loro scuole, dappoichè egli aveva sì mal parlato di essi, come fece nella sua Acerba, dicendo: O Bolognesi, o anime di foco , In picciol tempo vegnerete al punto , Che caderà Bologna a poco a poco. Or vi ricordi , come il divin arco Ogni peccato con la pena ha giunto , Ed aspettando più più si fa carco. L. 1, c. 15. Tir ab ose hi, Voi. V. 20