Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/344

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SECONDO 3o~j generalem faceret peccatorum confessionem. Item quod omni die diceret xxx Pater noster et totidem Ave Maria, Item quod qualibet sexta feria jejunare debere t in reverenti am Crucis et Crucifixi hinc ad annum. Item in omni die Dominica audiret sermonem in domo Fratrum Praedicatorum vel Mino rum. ltem privavit ipsum omnibus libris Astrologiae magnis et parvis, quos deponeret apud Magistrum Albertum Bononiensem. Et voluit, quod unquam legere possit Astrologiam Bononiae, vel alibi, pub lice vel private. Item privavit eum omni Magisterio et honore cujuslibet doctoratus usque ad suae arbitri uni voumtads. Et condemnavit eum in LXX Libris Bononiensibus, quis inde ad Pascha Resurrectionis Domini proxime solverent pro poena dupli. Di tutto ciò adunque che da’ due mentovati scrittori abbiam udito narrarsi, altro non v’ha di certo, se non che Cecco in età giovanile fu scelto a leggere astrologia in Bologna; che ivi scrisse un libro su questa pretesa scienza; che l’an 1324 fu per esso accusato all’Inquisizione, e contro di lui fu pronunciata la riferita sentenza. Tutte le altre cose o sono false, o non sono abbastanza provate. XVI. Le molestie da Cecco avute in Bolo- xvi. gna, diedero probabilmente occasione «ili’ ab- 1Ì6fuI^lnt<*" bandonar ch’egli fece quella città venendo a Firenze. Ma qui nuove e troppo più fatali contrarietà lo attendevano. Udiamo ciò che ne narrano i due citati scrittori. Cecco in Firenze fu chiamato alla corte da Carlo duca di Calabria, figliuolo del re Roberto, che allora in nome di suo padre reggeva quella città, e fu da lui