Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/357

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3jo libro (li 700 lire di rendita per lui e pe’ suoi eredi Ma poichè il re Carlo morì l’an 1380, l’astrologo cominciò a scemare di stima, e colla stima gli si scemaron le paghe, per modo che oppresso dalla vecchiezza, e probabilmente più ancora dalla tristezza, pochi anni dopo morì. XXI. Niuna opera ci ha egli lasciata onde J possiam raccogliere quanto fosse versalo nello* Gastrologia. Ma le lodi con cui l’esaltano non sol Cristina, ma anche altri scrittori, son tali che cel fanno credere il più famoso astrologo de’ suoi giorni. Cristina, in un passo citato da M. Boivin, dice che così avea predetta per l’astrologia l’ora di sua morte, e che nè a’ suoi giorni nè cent’anni prima non vi era stato uomo di sì alto intendimento nelle matematiche per ciò che appartiene all’astrologia, e ch’egli era inoltre ornato di tutte le più belle virtù, senza mescolanza di alcun diletto, se se ne tragga una soverchia liberalità verso i poveri, a’ quali non sapea negar cosa alcuna. Altrove ella dice che a tutta la cristianità egli era notissimo, e che in Bologna egli era creduto il più eccellente astrologo che vi avesse (Hist de Charl V, part. 1, c. 16), e che dal re Carlo oltre le accennate pensioni ebbe anche il titolo di suo consigliero (ib. c. 33). Filippo di Maizieres consigliero del re medesimo e dichiarato nemico degli astrologi, per mostrare quanto la loro arte sia soggetta ad inganni, reca l’esempio di Tommaso che spesso erasi ingannato nel predire le piogge e i venti: O quantesJois Thomas de Boulogne faillit en cettui petit jngement {Ap. Lcbeuf \ l. cit p. 400)! come se dir volesse