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SECONDO 349 noi poc’anzi accennata, ne loda ancor l’eloquenza e il coltivare, che anche in età avanzata faceva, la poesia, a cui dice che s’egli si fosse seriamente rivolto, sarebbe stato uguale

  1. a’ più illustri poeti. Ma ninna cosa è tanto onorevole alla memoria di Giovanni, quanto l’amicizia che con lui ebbe il Petrarca. Questo

grand’uomo, di cui non v’ebbe mai forse il più implacabil nemico de’ medici e della medicina, avea nondimeno in grande stima Giovanni, e ne abbiamo in testimonio quattro lettere a lui scritte (Senil. I. 12, ep. i, 2; /. i3, ep. i4? i5), in due delle quali scherza assai a lungo intorno all’arte da Giovanni professata, l’opera intitolata Modus vivendi tempore pestilentiali, in cui egli è detto medico del duca di Milano, titolo da Giangaleazzo ottenuto solo nel i3i)5. Ma forse il codice della Ricciardiana, in cui esso contiensi, fu scritto più anni dopo, e il copiatore vi aggiunse il titolo che allora a quel principe conveniva. Del Planetario di Giovanni vedonsi ancora indicate due copie nel Catalogo de’ MSS. delle Biblioteche dell’Inghilterra e dell’Irlanda (t. 1 , p. 70; t. 1 y 4$)• « Oltre alcune altre opere di Giovanni, conservansene presso i discendenti da esso 37 Orationi da lui in diversi luoghi e in diverse occasioni recitate , e per più o nell’ingresso alle cattedre, o nelle collazioni delle lauree dall’anno 1362 fino al 1384- Conservasi anche l’inventario de’ denari e de’ mobili da lui lasciati , presentato in giudizio da Caterina di Gherardo dalla Pergola, seconda sua moglie rimasta vedova (la prima era stata Giovanna di Riprandino dalle Calze); e in esso si vede quante ricchezze avesse Giovanni raccolte col suo sapere -9 perciocché , oltre un copiosissimo vasellame d’argento e molti libri, vi si vede segnata una gran somma di denari di diverse specie, e undicimila seicento quarantatrè ducati d’oro effettivi ».