Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/396

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SECONDO 35() e diedi, desideroso del pacifico e tranquillo stato, dopo la divisione e scisma di quella nobil cittade, onde piangere si dovrebbe, la qual da se per proprio nome era detta Bononia cioè Bona per omnia, cioè a dire per tutto buona, e per tutte le parti del mondo non altrimenti s appellava; conobbi che, mutata e rivolta F umiltade e il pacifico stalo in dissensione , cioè in discordia, odio e invidia:, non era convenevole mescolarsi negli esercizj e operazioni della sopraddetta division perversa; ed imperciò per diverse provincie m aggirai per lo spazio di trenta anni: e con rettori d’una in altra mi distesi, a’ suggetti volentier facendo giustizia, a’ rettori fedele e leal consiglio donando , e le cittadi in loro quieto e pacifico stato a mio poter conservando, e molti libri’ d antichi e de novelli savi lessi e studiai, e diverse e varie operazioni de’ coltivatori delle terre vidi e conobbi. Finalmente la predetta città per divina grazia riformata, per increscimento di lungo circuito e di danneggiata libertade tormentato e commosso , di ritornar mi parve alla propria magione. Era dunque il Crescenzi cittadin bolognese , e figliuolo forse (a) o nipote di quel Crescenzio de’ Crescenzi che inviato l’an 1268 ambasciadore a Venezia, ivi morì (Script Rer. ital. vol. 13. p. 122). L’allontanarsi che ei fece dalla sua patria, è probabile (a) Pietro Crescenzi fu figlio di Zambonino, come ha osservato il eh. sig. conte Fantuzzi, il quale «li questo scrittore ci ha date più esatte e più minute notizie; cd ei crede che fin dal i3oo fosse Pietro ritornalo a Bologna (Scritt. bologn. t. 3; p. 224).