Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/399

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362 LIBRO stesso, scrivendo a Francesco da Siena medico allor famoso (Senil. l. 15, ep. 3), che essendo infermo il pontefice Clemente VI, egli gli mandò dicendo che si guardasse da’ medici, non già da tutti, ma da molti, e si ricordasse di colui che sul suo sepolcro avea fatto incidere: La moltitudine de’ Medici mi ha ucciso; che perciò ne scegliesse non due, ma un solo, non già eloquente, ma dotto e fedele. Il messo che portò al pontefice questa ambasciata, non essendosi spiegato troppo felicemente, Clemente fe’ pregare il Petrarca che gli sponesse in iscritto ciò che aveagli fatto significare con parole. Il Petrarca ubbidì, e scrisse ne’ medesimi sentimenti al pontefice. Il medico del papa, al veder quella lettera, fremette di sdegno e fece un’amara risposta al Petrarca, il quale allora compose e divolgò i quattro libri d’invettive Contro di un Medico, che ancor abbiamo, ne’ quali egli raccoglie quanto contro dei medici si può mai dire, con uno stile ch’io certo non proporrò per esempio di filosofica moderazione (a). D’allora in poi i medici furono un oggetto troppo spiacevole al Petrarca, il quale benchè si protesti sovente, a imitazione di Plinio , ch’ei non intenda di biasimare nè la medicina nè i veri medici, ma solo i falsi, mostra però abbastanza di esser persuaso che non vi abbia nè medico nè medicina a cui convenga fidarsi. (a) Egli è lo stesso medico del papa , contro cui inveisce il Petrarca. Ma chi fosse questi tra molti medici che avea Clemente VI, non può accertarsi. L’ab. de Sade sospetta eh’ei fosse il celebre Guido de Chauliac.