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SECONDO 361 Capo ìli. Medicina. I. Era stato fecondo il secolo precedente di c non pochi medici che arcano illustrala seri- •««pr.-*™, dei vendo l’arte lor propria, ed esercitandola aveano radunate non poche ricchezze. Molti pur ne ebbe il secolo di cui scriviamo, nel quale la medicina fece nuovi progressi, singolarmente per la maggior luce a cui fu condotta l anotomia. Ma sembra esser destino di questa per altro sì nobile scienza l’aver potenti nemici che se non contro di essa, almen contro di quelli che la professano, rivolgono il loro ingegno e tutta la loro autorità. Catone e Plinio erano stati a’ loro tempi persecutori, per così dire, implacabili de’ medici ancor più famosi, ed essi eran uomini che per la stima di cui godevano, a cagione del lor sapere, potevano agevolmente condurre molti nel lor partito. In questo secolo parimente videro i medici levarsi contro di loro il più grand’uomo che a que’ giorni vivesse, dico il Petrarca. Non v’ebbe per avventura giammai chi tanto si compiacesse di motteggiarli e deriderli ad ogni occasione5 e negli ultimi anni di sua vita principalmente. quando pareva ch’ei dovesse rendersegli amici , appena scriveva lettera in cui non si ridesse di loro. Convien però confessare, a difesa de’ medici, che un po’ di passione concorse a risvegliare nell’animo del Petrarca quell’odio, o almen quel disprezzo in cui gli avea. Racconta egli v