Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/417

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380 LIBRO di cui Tommaso facea professione, confessa nondimeno ch’egli era il più celebre medico che allor vivesse: Tu, egli dice, che nelF arte della medicina, sei, non dico il maggior di tutti, per non giudicare di cosa a me sconosciuta, ma certo il più famoso. Ed in pruova del nome in cui era il saper di Tommaso, soggiugne ivi il Petrarca che allora appunto Galeazzo Visconti signor di Milano avealo a sè chiamato, perchè il guarisse dalla podagra che già da più anni recavagli dolori asprissimi. Nella quale occasione, dice altrove di se stesso il Petrarca (ib. l. 12, ep. 1) che la sua complessione era sembrata a Tommaso la più robusta che mai avesse veduta. L’ab. de Sade pone la venuta di Tommaso alla corte di Galeazzo l’anno i3(56 (Mém. pour la rie de Petr. t. 3, p. 694); ni a il Petrarca, in quell’ultima lettera, che certamente fu scritta l’an 1370, dice che ciò era avvenuto due anni addietro: anno altero. x*. X. In qual anno morisse Tommaso, il Villani nol dice; e il conte Mazzucchelli e il dottor Lami dicono che non si può accertare; ma il primo pruova da un passo di Franco Sacchetti , che ciò avvenne pochi anni prima del 1375 il secondo da un passo di Zenone Zenoni pruova ch’egli morì tra il 136^ c il l7* certo nel 1366 egli ancora vivea, poichè Paolo, soprannomato il Geometra, facendo in queU anno il suo testamento, lasciò in dono a Tommaso i suoi libri di Medicina (Manni Sigilli, t. 14, p 23)* Ma le lettere del Petrarca ci additano precisamente l’anno in cui Tommaso morì. Nella lettera poc’anzi citata, in cui riferisce il parere che