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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/451

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41 4 LIBRO in Salerno; perciocché egli indica un orto che aveva in detta città: Et ego ipsam (culcasiarn) habco Salerni in v iridar io rneo secus spectabilem fontem (Pandect. p. 64 ed. Lugd. 1541). Ma di lui ancora non troviamo più distinte notizie.

  • ^Vm*di- XXVIII. I progressi che per mezzo di tali

ri,,;, fu più scrittori fece in Italia la medicina , non furon iiuii/cheai- certo così felici, che questa arte si potesse creder condotta a perfezione. Essi nondimeno s’inoltrarono alquanto sopra il loro predecessori, e sparsero nuovo lume su una sì difficile scienza. E inoltre, qualunque fosse il loro sapere, non può negarsi che numero assai maggiore di scrittori ebbe in questo secolo la medicina in Italia, che in tutte insieme le altre provincie d’Europa. Io non veggo altri fra gli stranieri che di questi tempi coltivasser quest’arte co’ loro scritti, che Guido di Cauliac, Arnaldo di Villanuova, Arrigo d’Hermondaville, Bernardo Gordon, Gilberto inglese, Giovanni di Gadesden Bartolommeo Gian ville, Giovanni Arderno e Valesco daTaranta, le cui opere non son punto migliori di quelle di tanti Italiani, de’ quali per brevità abbiamo ommesso di far menzione. A niuno di questi però si potrebbe dare a ragione l’onorevol titolo di padre, o di ristoratore della medicina. Ma l’anatomia in questo secolo stesso si può dire con verità che sorgesse a nuova vita in~ Italia per opera del famoso Mondino, di cui perciò dobbiam qui trattare colla maggior esattezza che per noi si possa. xxix. XXIX. La patria di Mondino non è quasi JSTS men controversa di quella di Omero. Cinque