Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/487

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450 LIBRO non potè essere che per assai breve tempo. L’Alidosi afferma che di lui si hanno alle stampe alcuni Consigli e i Comenti sul secondo, sul III e sul quinto libro del Codice, oltre alcune altre opere che si conservano manoscritte. Vuolsi avvertire, per ultimo, che vivea a’ tempi medesimi un altro Francesco Ramponi di cui si parla nella storia di Bologna; ma che non vedesi mai nominato col titolo di dottore; e forse alcune delle cose che si attribuiscono al giureconsulto, appartengono all* altro. Nella maggior parte però de’ fatti da me narrati, Francesco vien chiamato dottor di legge, e perciò non può riguardo ad essi muoversi alcun dubbio. (XIV. Chi avrebbe creduto che tra i severi ovr e pensanti giureconsulti di questo secolo doovc vesse annoverarsi anche’ un leggiadro poeta? uo’ E tal fu nondimeno Cino de’ Singibuldi, o, come altri leggono, de’ Sinibaldi, che dalla sua patria vien detto comunemente Cino da Pistoia (a). 11 Panciroli (c 58), allegando più passi dello stesso Cino, dimostra ch’ei fu scolaro, in Bologna, di Francesco d’Accorso, di Dino dal Mugello e di Lamberti no Ramponi. E da essi pure raccogliesi ch’egli fece ivi i suoi studj negli ultimi anni del secolo XIII. Ma il Papadopoli aggiugne (Hist. Gymn. pat. t. 1, p. 8) che, prima di recarsi a Bologna, avea egli studiato in Padova, e che essendosi esposto il A asari lo dice Cino d’Angibolgi; ina monsignor ttottan ci assicura che ei fu veramente de’ Smgilnjldi (Vuì, Vita Puf. l. 1 , p. 36c)3 ed. Livorn. 1767),