Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/494

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SECONDO 4^7 Petrarca, nel contadino il Boccaccio, nell1 Ebreo il Cavalcanti; e il Panciroli afferma che cotal pittura vedeasi ancora a’ suoi giorni. Io non so s’ella ancor vi si vegga; ma qualunque essa sia, il fatto non potè certamente avvenire qual narrasi dal Panciroli. Il Cavalcanti era morto poco dopo il 1300, prima che il Petrarca e il Boccaccio nascessero j e questi due probabilmente non ebber mai ferma dimora in luogo alcuno con Cino, come da ciò che del Petrarca si è detto, e da ciò che direm del Boccaccio, può essere manifesto. Come potè dunque viaggiare con essi a Udine? Aggiungasi che il Petrarca , il quale non ci ha forse nelle sue opere taciuta circostanza alcuna della sua vita, che fosse alquanto memorabile, di questo suo viaggio e di questa avventura non ci ha detta parola. E io la credo perciò una di quelle tradizioni popolari, delle quali si trovano sì frequenti esempj, nate dal capriccio di alcuni, e confermate dalla credulità di altri scrittori. XVII. Dopo avere più anni sostenuta la cat- sx^n;1(>. tedia delle leggi in Perugia, è probabile che sue opere. Gino si ritirasse a riposo in Pistoja sua patria, e che ivi morisse. Il Salvi, storico pistojese , racconta che due anni innanzi alla sua morte ei fu confaloniere in Pistoja (Storie di Pist. l. 2. p). 29). Alcuni sull’autorità di Bartolo affermano ch’ei morì in Bologna. Ma nel passo da essi allegato, io non ho potuto rinvenire cotal notizia, e in quella città non trovasene alcun vestigio. Per altra parte in Pistoja se ne mostra il sepolcro vagamente scolpito dal celebre Andrea