Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/515

Da Wikisource.

478 LIB110 Diplovataccio che lo attenua morto nel i35q, in età di soli quarantasei anni. Egli è vero però che Mattia Palmieri, più antico del Diplovataccio, ne fissa la morte all’anno 1355; e gli dà cinquantasei anni di età (Script Rer. ital. ed Flor. t. 1). Ma, ciò non ostante, par che debba antiporsi l’autorità del Diplovataccio, di cui giova il credere che volendo scriver le Vite de’ giureconsulti, ne esaminasse con più attenzione l’epoche principali; e ciò che è più, il testamento di Bartolo fatto nel 1356 convince d’errore il Palmieri. Il breve corso di vita ch’egli ebbe, ci rende ancor più degno di maraviglia l’ingegno e il sapere di Bartolo che in* sì pochi anni tanto imparò e tanto scrisse. Nè egli si stette racchiuso entro i suoi studj legali, ma sul finir della vita si volse ancora allo studio della geometria, e perfino della lingua ebraica, come pruovano il Panciroli e il co. Mazzucchelli. Della moglie e de’ figli che Bartolo ebbe, del testamento da lui fatto l’anno 1356, di alcune accuse a lui date senza bastevole fondamento, dei contrassegni di stima da lui avuti ancor dopo morte, veggasi il soprallodato co. Mazzucchelli, che ci ha data ancora una diligentissima relazione di tutte le opere di questo sì celebre giureconsulto, xxv. XXV. Il regno di Napoli non fu privo a queujiif:l0q£a sti tempi di illustri giureconsulti, e alcuni ne rammenta co’ dovuti elogi il Giannone (l. 22, iTuma^ro^ c. 7). Due singolarmente si renderon famosi «.mente. non S0|0 pei Jor sapere nelle leggi, ma anche pel maneggio de’ pubblici affari. Il primo di essi è Niccolò Spinelli napoletano, di cui il