Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/91

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54 LIBRO che da troppo stretti legami era ivi trattenuto , ricusò per allora cotali offerte. Un’altra lettera abbiamo dal Petrarca scritta a Guido Gonzaga primogenito di Luigi, a cui singolarmente avea il padre affidato il governo; e in essa il ringrazia (Famil 3 , ep. 11) perchè scrivendo a Giovanni d’Arezzo suo cancelliere in Avignone, erasi con lui doluto perchè nulla gli avesse scritto di ciò che sopra ogni cosa premevagli, cioè dello stato del Petrarca medesimo. La qual lettera però nell’edizione di Basilea del 1554? di cui mi valgo, per errore vedesi indirizzata a Tommaso di Messina. Queste favorevoli disposizioni , in cui la corte di Mantova era verso il Petrarca, fecero che, quando egli vi si recò l’anno 1349 , vi fosse ricevuto con sommo onore. Guido che amava le lettere, e la poesia specialmente, chiese al Petrarca un libro in versi francesi, e una gliene mandò egli, cui l1 ab. de Sade (Mém. de Pe Ir. t. 3, p. 45, ec.) pensa che fosse il romanzo della Rosa, accompagnando il dono con alcuni suoi versi (Carm. L. 3 , ep. 30), ne’ quali dice ch’egli gli manda la miglior cosa che fino allora venuta fosse di Francia, e che potea quindi raccogliere quanto l’Italia superasse tutte l’altre nazioni. Così i principi tutti che verso la metà del secolo xiv ebbero signoria in Italia, sembravano gareggiare tra loro nell’onorare il Petrarca, nell’invitarlo alle lor corti, e nel fargli le più gloriose proferte. I principi cTItalia, die’ egli in una lettera inedita citata dall’ab. de Sade (l. cit l. a, p. 381), colla forza e colle preghiere cercarono di ritenermi, si dolsero della mia partenza,