Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/96

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PRIMO 59 I due soprannomati figliuoli di Azzo , Giberto e Luigi, imitaron gli esempj paterni nell’amare e nello stimare il Petrarca, e ne son pruova più lettere scritte lor dal Petrarca , le quali afferma l’ab. Mehus (Vita Ambr. camald. p. 153) trovarsi manoscritte nella Laurenziana. XV. Io non uscirei sì presto da questo ar- *v-. . 1 _ _ _ l ,. Unori rlii* gomento, se tutti volessi qui riferire gli onori ricevuta il 1 i. • •’ J.. ■ • • * 11 Pelrarea «la che da altri più potenti signori italiani ricevette pa„d..ir«Mail Petrarca. Ma non si può ommettere in alcun , modo di parlare ancora di due tra essi, di cui lo stesso Petrarca ci ha voluta lasciar nelle sue opere distinta menzione. Il primo fu Pandolfo Malatesta signor di Pesaro, di Fossombrone e di altre città della Marca, ed uno de’ più famosi guerrieri. Or egli, come narra Senil. l. 1, ep. 5) il Petrarca medesimo, mentre non lo conosceva ancora se non per fama, mandò a suo gran costo, e con un viaggio di molti giorni, un pittore colà ove allora era il Petrarca, affine di averne il ritratto. Quindi essendogli avvenuto di andare a Milano, mentre vi si trovava il Petrarca, di niuna cosa fu più sollecito che di vederlo, e spesso solea andarne alla casa e trattenersi con lui con famigliarità e amor singolare. Essendo poscia Pandolfo caduto ivi infermo, ed essendo il Petrarca andato ogni giorno a visitarlo, non sì tosto cominciò a prendere miglioramento , che sulle braccia de’ suoi domestici si fe’ portare alla casa dello traduzione, che di questa e di alcuue altre lettere iuedite ha fatta Pah. de Sade, non è sempre fedele ed esatta, come converrebbe che fosse.