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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/141

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SECONDO 645 Fauno i322, come avvenne, il duca di Carintia (ib. c. 3); e il tornare che poscia fece in Allemagna l’an 1324 per conchiuder la pace collo stesso Can Grande; dalla qual ambasciata tornando, ei si trattenne in Vicenza per timore delle domestiche turbolenze che frattanto sollevate eransi in Padova (ib. c. 5). Ma ciò non fu bastante a salvarlo. Un tumulto eccitato contro de’ Carraresi l’an 1325, per cui essi furono in estremo pericolo, ma da cui li trasse felicemente il loro coraggio, diede occasione alla rovina di coloro che ne erano siati, o se ne credevano autori; fra i quali Gualpertino abate di S. Giustina e fratel di Albertino con due suoi figli naturali, e un figlio dello stesso Albertino. Questi ancora, benchè assente, fu avvolto nella procella e rilegato a Chiozza (ib. c. 6). Ivi F infelice poeta passò il rimanente della sua vita. Io dovrei qui riferire un lungo tratto della sua Storia, in cui racconta (l. 12, p. 759) per qual modo ei fosse ingannato e tradito da Marsiglio da Carrara, il quale, dopo avergli promesso assistenza ed ajuto,.si mostrò poscia di lui totalmente dimentico. Perciocchè avendo egli adoperato per modo ^ che il dominio di Padova fosse conferito l’an 1328 a Can Grande, ed essendosi in seguito promulgato un generale perdono, Albertino affidato a ciò, e alle replicate promesse del Carrarese, osò l’an 1329 di venire a Padova e di farsi innanzi a Marsiglio, mentre trova vasi insieme con Can Grande. Ma troppo deluso ei rimase nelle sue speranze. Marsiglio e Can Grande mostrarono di sdegnarsi ch’egli avesse ardito pur Tiraboschi, Voi VL 9