Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/165

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secondo GCxj estudiai en pos comprendre: puis me prix aux livres de Poetes. Ed essa era fornita di quelle cognizioni che a questi studi erano necessarie; perciocchè non solo sapeva il latino, ma il greco ancora, come da’ versi di un antico poeta francese, che le fu quasi contemporaneo, pruova M. Marchand, e poté quindi più agevolmente penetrar dentro a cotali studj, e leggere con non poco vantaggio i classici autori. XL1I. Così addestratasi non solo ad apprendere , ma a dar saggio ancora di ciò che avea appreso, cominciò l’an 1399 a scriver de’ libri, e in una sua opera composta l’an 1405 ella dice, che finallora avea scritti quindici non piccioli volumi. Le prime opere eli’ ella pubblicò, furono poesie ed altri scherzevoli componimenti , de’ quali alcuni si valsero per calunniarla malignamente, come ella stessa si duole. Ma presso i saggi ella venne in altissima stima. Il conte di Salisbury venuto l’an 1398 in Francia, per le nozze di Riccardo suo re con Isabella figlia del re Carlo VI, fu talmente preso da’ versi di Cristina, che volle, tornando alla patria, condurne seco l’unico figlio che le era rimasto. Quindi non molto dopo, gittato dal trono Riccardo e ucciso il conte, Arrigo di Lancaster usurpatore del regno, avendo letti ed ammirati egli pure i versi di Cristina, non solo era pronto per ritenerne onorevolmente il figlio, ma lei ancora fe’ invitare caldamente a passarsene in Inghilterra. Ebbe al medesimo tempo le più ampie offerte da Giangaleazzo Visconti duca di Milano, che invitavala alla sua corte. Ma ella non volle abbandonar la Francia, ove