Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/166

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67O LIBRO lece tornare suo figlio ancora. Godeva ella della protezione di Filippo duca di Borgogna, il quale aveane preso a suo servigio il figliuolo, e manteneva onoratamente la madre. Ma questo appoggio ancora presto le venne meno; ed ella per poco non trovossi di nuovo ridotta a povertà. Ne’ Registri della Camera de’ Conti, all’anno 1411, trovasi menzione di una somma di duecento lire a lei accordata in ricompensa de’ fedeli servigi da Tommaso suo padre renduti al re Carlo V. Ma forse questa ancora le fu contrastata , poichè ella continuamente si duole delle liti ch’era costretta a sostenere per godere de’ suoi diritti. Dopo il detto anno 1411 non trovasi più di Cristina memoria alcuna, e forse le venne affrettata la morte dalle molestie e da’ disagi a cui fu sottoposta. Di tutte le (quali cose da me accennate si posson vedere le pruove tratte dall’opere di Cristina presso il suddetto M. Boivin. I Francesi non han lasciato di parlarne con grandissimi elogi. alcuni de’ quali sono stati riportati dal Marchand; e fra essi il più luminoso è quello di Gabriello Naudè, il (quale avea pensiero di pubblicarne le opere; ma egli non eseguì il suo disegno. Alcune però se ne hanno alle stampe; e la più pregevole è quella che il mentovato abate le Beuf ha data alla luce (l. cit), cioè la Vita di Carlo V, re di Francia, da lei scritta nell’antica lingua francese in cui scrisse tutte le sue opere. Un codice a penna ne ha ancora questa biblioteca Estense. Abbiamo ancora le Tresor de la Citò desDames stampato a Parigi nel {Debure Iìibliogr. Belles Lettres t. 2, p. 166),