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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/186

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(k)0 LIBRO e se non avesse abbandonate le tue insegne per seguir quelle di Tolommeo. Perugia ne ha prodotto un solo, che avrebbe fatti gran progressi se fosse stato più diligente, e se non avesse abbandonato il Parnassi), HA pennino c V Alpi per viaggiare in Ispagna. A Roma non ve ne ha alcuno. Certi altri io conoscevane altrove7 che or più non vivono. L’ab. de Sade, commentando questo passo del Petrarca , dice che i tre Fiorentini nominati in primo luogo sono il Boccaccio, Francesco Nelli priore de’ SS. Apostoli , noto nelle lettere del Petrarca sotto il nome di Simonide; Coluccio Salutato, ovvero Francesco Bruni; che il quarto fu forse lo stesso Petrarca, e il quinto fu certamente Zenobi da Strata. E quanto al Boccaccio e a Zenobi la cosa non soffre difficoltà. Il Salutato probabilmente non seppe di greco, come fra poco vedremo. Del Nelli e del Bruni io non trovo argomento a provare che ne sapessero: Che poi il Petrarca voglia intender se stesso , ove nomina il quarto, l’ab. de Sade nol mel persuaderà di leggeri, perciocchè se di Zenobi, stato lungo tempo in Firenze, e allor trasferitosi in Avignone, dice che dovrebbe aggiugner lui pure, ma che non ardisce di farlo perchè non è in Firenze, quanto più avrebbe dovuto parlare in somigliante maniera di se medesimo , che due volte appena e sol di passaggio veduta avea la sua patria? Il Bolognese, crede lo stesso autore che sia Pietro da Muglio, di cui parlerem tra’ gramatici; i due Veronesi , Guglielmo da Pastrengo, di cui è certo che il possedeva, e Rinaldo da Villafranca, di