Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/200

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704 LIBRO poco. Il nostro monaco valoroso si diè ad ordii larla ed accrescerla , e vi trovò il catalogo die (T ordine (f Jdelfonso 11 Re di Aragona e Conte di Provenza, era stato già fatto. È vero che Idelfonso ossia Alfonso II , re di Aragona, l’anno 1167 occupò la contea di Provenza, da cui dipendeva il! monastero di Lerins. Ma chi mai crederà che in un secolo in cui sì poco pensavasi ai libri, questo re si volesse prender pensiero del catalogo di una biblioteca monastica? Siegue il Nostradamus a raccontare che fra’ codici di quella sì magnifica biblioteca trovò il monaco le Vite e le Poesie de’ Poeti provenzali , che per comando del medesimo re Idelfonso erano state ivi raccolte , e che , copiatolo con assai leggiadro carattere , ne inviò copia a Lodovico II, padre di Renato re di Napoli e conte di Provenza, e che alla regina Giolanda d’Aragona madre del re Renato offerì in dono un Ufficio della B. Vergine da sè vagamente copiato, e adorno di pregevoli miniature 3 onde Lodovico e Giolanda vollero presso loro questo monaco sì valoroso 3 e che questi morì Fanno 1 |o8. Io non posso a tai cose apporre la taccia d’incredibili, poichè nulla vi è che ripugni alla serie de’ tempi. Ma io dimando a’ seguaci del Nostradamus: se veramente e il monaco dell’Isole d’oro, e Ugo di S. Cesario monaco di Monte Maggiore, e un altro monaco di questo medesimo monastero hanno scritte le Vite de’ Poeti provenzali, e se della prima opera singolarmente , come il Nostradamus afferma, si fecero allora moltissime copie, onde mai è avvenuto che niuna più se ne trovi?