Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/211

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TEnzo 7*5 Bologna, altrove così ha Benvenuto. Aiictor nataveratistiim aciiun, quum esset Jìomniae in studio (ib. p. 1135). E vuolsi avvertire che, benchè il Villani sia più antico e perciò più autorevole di Benvenuto, questi però, essendo stato, come egli stesso ci dice (ib. p. i o83), per dieci anni in Bologna, ed avendo ivi letta pubblicamente la Commedia di Dante, doveva di ciò essere meglio istruito che non il Villani e il Boccaccio. Inoltre lo stesso Benvenuto ci narra altrove (ib. p. 1085) che Dante conobbe in Bologna il miniatore Oderigi da Gubbio. Or questi era già morto , come abbiamo provato (t.4 i P-4^9) > l’anno 13oo , innanzi all’esilio di Dante, e convien dire perciò. che Dante prima del detto anno fosse stato in Bologna. Ella è però cosa strana che autori vissuti nel secolo stesso di Dante, quai sono il Boccaccio, il Villani e Benvenuto da Imola, sien tanto discordi ne’ loro racconti. Ma qualunque fosse il luogo in cui Dante attese agli studj, è certo che ei coltivolli con successo soprammodo felice, come le opere da lui scritte ci sotto: Dan ics se in juventute dedìt omnibus Artibui libera li bus, studens eas Padue% Do noni e y demani Oxonbs et Paris;is, ubi fccit tnullos actu* mirabile*, intantum quod ab aliquibus dicebatur magnus Piiilasophus, ab aliquibus magnus Theo log us , ab aliquibus magnus Poeta. Io non so se l’autorità di questo scrittore basti a persuaderci di questi fatti. Ma, ciò non ostante, trattandosi di cosa da niun altro, ch’io sappia , con lai circostanze narrata , c di uno scrittore che, benché lontano di un secolo, potè nondimeno conoscere chi era vissuto con Dante, ini è sembrato di 11011 doverne tralasciare il racconto.