Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/213

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TERZO 747 parlare per fama, e potea aver trovate le seconde presso altri scrittori. Francesco da Buti, che nello stesso secolo xiv comentò Dante, racconta (V. Mem, della Vita di Dante, § 8) che questi essendo ancor giovane si fece Irate nell1 Ordine de1 Minori, ma che prima di farne la professione, ne depose l’abito; la qual circostanza però non si accenna da verun altro scrittore della Vita di Dante (#). V. Mentre in tal maniera coltivava Dante il fervido e penetrante ingegno, di cui la natura aveagli fatto dono, ei volle ancora servir la patria coll1 armi, e trovossi a due battaglie, una contro gli Aretini fanno 1289, f altra l’anno 1290 contro i Pisani (ib.) , e nell1 anno seguente prese in sua moglie Gemma di Manetto de1 Donati (ib. § 9). Leonardo Bruni , nella sua Vita di Dante , dice generalmente che fu adoperato nella Repubblica assai. Le quali parole più ampiamente si spiegano da Mario Filelfo, citato dal Pelli (ib.), col dire eli1 ei sostenne in nome de1 Fiorentini quattordici ambasciate, cioè a1 Sanesi per regolamento de1 confini, a1 Perugini per liberare alcuni suoi concittadini che ivi eran prigioni, a1 Veneziani per istringer con essi alleanza, al re di Napoli pel medesimo fine, al marchese di Este in occasione di nozze, da cui dice il Filelfo che ei fu onorato sopra tutti gli (*) Anche il P. Giovanni di S. Antonio ha posto Dante tra’ Francescani, citando P autorità di alcuni scrittori del suo Ordine, i quali hanno creduto ch’egli sul fin della vita si facesse prima terziario, poi anche vero religioso dell1 Ordine stesso (BibL francisc. t. 1 , p, 290). Ma queste son favole.