Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/229

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TEHKO 733 roriginai latino in Parigi 1577. Abbiamo ancora di Dante la traduzione in versi italiani dei Salmi Penitenziali, del Simbolo Apostolico, dell’Orazione Domenicale e di altre simili cose sacre 5 le quali poesie, troppo diverse dalla Divina Commedia, sono state di nuovo date alla luce dall’ab. Quadrio l’an 1752. Delle quali opere, e di alcune contese a cui esse han data occasione, delle lettere scritte dal Dante, delle poesie italiane e latine, e di una canzon provenzale che di lui abbiamo, veggansi le tante volte lodate Memorie del sig. Pelli (§ 17, 18)} a cui però io debbo aggiugnere che le poesie sacre che vanno unite a’ Salmi Penitenziali tradotti da Dante, credonsi dal celebre Apostolo Zeno non già di Dante, ma o di Antonio dal Beccaio ferrarese, o di qualche altro poeta contemporaneo del Petrarca (Lettere, t 1, p. 91). Io passo senz’altro a dire del gran lavoro a cui egli volle dare il nome di Comedia. Essa è, come è noto ad ognuno, la descrizione di una visione in cui finge di essere stato condotto a vedere l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso. E checchessia del tempo in cui ei la scrivesse, di che si è detto poc1 anzi, ò certo eli1 ei finge di averla avuta l’anno 1300, dal lunedì santo fino al solenne giorno di Pasqua j come dai varii passi di essa raccogliesi chiaramente. Per quale ragione ei volesse così chiamare un’opera a cui pareva che luti’ altro titolo convenisse, si è lungamente e nojosamente disputato da molti. La più probabile origine di questo nome a me sembra quella che si adduce dal marchese Maffei, e prima di lui era stata