Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/246

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7^0 LIBrtO città (l. cit p. 1134)? ne’ quali si aggiugne che nell’anno medesimo ei combatté contro i nemici , facendoli ritirare di là dal ponte; ma poscia ei medesimo ritirossi segretamente e abbandonò la città. Questo fatto dal Rossi e dal P. abate Ginanni si differisce all’anno 1315 in cui dicon che Guido era podestà di Faenza; ma io dubito che forse abbian essi fatto seguire in Faenza ciò che accadde in Cesena. Finalmente ei fu di nuovo privo del dominio di Ravenna, poco dopo la morte di Dante, e fuggito a Bologna, fu ivi, l’an 1322, capitano del popolo (Script. rer. ital. vol 18 , p. 335) , e ivi, secondo gli storici di Ravenna, morì l’anno seguente. Or un uomo sì occupato da’ pubblici affari, e travagliato da contrarie vicende, era7 come dice il Boccaccio nella Vita di Dante, negli liberali studi ammaestrato sommamente, e gli valorosi uomini onorava, e maximamente quegli, che per scienza gli altri avanzavano. Quindi fu l’accoglier ch’ei fece sì amorevolmente Dante, e l’onorarne egli stesso, come dice il Boccaccio, le esequie con una orazione funebre. Ei dilettossi singolarmente della poesia italiana, e alcuni componimenti se ne conservano nelle Raccolte dell’Allacci e de’ Poeti ravennati, nella Poetica del Trissino, e nelle note dell’Ubaldini a’ documenti del Barberino , intorno a che veggasi il soprallodato padre Ginanni. XIV. Più brevemente ci spediremo dall’altro cortese accoglitore di Dante , cioè da Bosone da Gubbio, poichè le notizie intorno a lui sono già state esattamente e diligentemente raccolte