Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/28

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53;» LIBRO la stessa lettera pubblicata solennemente nella gran piazza, illic, dice l’antica Cronaca latina (Script rer. ital. l. cit. p. *47) > famosissima A Doctor Bononiensis, qui in imtndo non /tabe bat s imi lem, ipsas litteras ore proprio declaravit, vide lice t Dotninus Johannes And ree L’anno 1334 il Cardinal Bertrando essendo stato costretto a fuggir da Bologna, Giovanni fu un di quelli che ad assicurarlo dal furor popolare T accompagnarono a Firenze (Ghirard. L cit p. 112), ove però non credo ch’ei si fermasse gran tempo. Certo egli era in Bologna f anno i337, Taanc^° Taddeo Pepoli prese il dominio della città, e fu egli uno degli ambasciadori da Taddeo mandati a Venezia e a Padova a dar ragguaglio di questo fatto (Script rer. ital l cit p. 162). L’anno 1340 il veggiamo nel Consiglio general di Bologna (Ghirard. l. cit p. 154), dopo il qual anno io nol trovo più nominato fino al 1348 nelle Storie bolognesi j j e perciò, se è vero ch’ei fosse professore anche in Pisa, come, dopo altri scrittori, affermasi dal Fabbrucci (Calogerà, Racc. d’Opusc. t. 23) , è probabile che ciò avvenisse in questo frattempo. Cli’ egli poi fosse inoltre professore di Canoni in Montpellier, come alcuni affermano, non ha verun fondamento. Ciò che alcuni raccontano ch’egli andasse a Roma al Eontofiee Bonifacio VIII, per persuaderlo a pubblicare il sesto libro delle Decretali, e il grazioso accidente che ivi dicono avvenuto, non combina co’ tempi a cui visse Giovanni j e deesi però seguire il parere di altri scrittori, da noi pure abbracciato (t 4> c. 5, n. 7), che il