Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/288

Da Wikisource.

792 Limio ila Girolamo Squarciafichi, che nella Vita del Petrarca racconta di averlo udito da Candido Decembrio, il quale assicurollo che così avea narrato suo padre grande amico del Petrarca. XXX. Clemente VI avea in grande stima la prudenza non meno che il saper del Petrarca, e perciò essendo morto, nel gennajo del 1343, il re Roberto, egli inviollo in suo nome in quest’anno medesimo a Napoli per trattarvi di alcuni affari con quella corte ove regnava allora Giovanna, nipote di Roberto, in età di circa di ciotto anni. Ei trovò Napoli e la corte in uno stato troppo diverso da quello in cui P avea lasciata l’anno 1341 (Famil. l. 5, ep. 3), per l’abuso che della loro autorità faceano quelli che co’ lor consigli governavano la giovine reina. Ei nondimeno vi si dovette trattenere fino alla fine di quest’anno 1343, e allora partitone, sen venne dapprima a Parma , donde uscito ai ventitré di febbrajo dell’anno* seguente , cadde presso Reggio in una imboscata in cui per poco non perdette la vita per una pericolosa caduta da cavallo, com’egli stesso descrive (ib. ep. 10). Ritiratosi con gran pena a Scandiano, e quindi venuto a Modena, passò a Bologna, d’onde, secondo l’ab. de Sade (t. 2, p. 195), ei partì fra non molto per Avignone; e di là tornato nella primavera del seguente anno 1345, venne prima a Parma, poscia a Verona (ib. p. 224). Io confesso che non so indurmi a credere questo viaggio del Petrarca in Avignone; o almeno non veggo quai forti pruove ne arrechi l’ab. de Sade. La coronazione del principe Luigi di Spagna in re delle Canarie, che dal Petrarca si accenna