Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/322

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8a6 libro padre del famoso poeta Zanobi da Strada, diede sin d’allora luminose pruove d’ingegno , che presagivano i più felici successi. Ma Boccaccio che formar voleva un industrioso mercante, non un gentile poeta, trattolo dopo pochi anni dalla scuola, il rivolse al traffico: e, come dice il Villani , mandollo in giro per diverse provincie, per addestrarlo alla mercanzia. Fra questi viaggi Giovanni, giunto all1 età di ventott1 anni, fu per lo stesso motivo mandato a Napoli; ove recatosi un giorno al sepolcro di Virgilio, tanto a quella vista infiammossi di ardor poetico, che a questo studio sopra ogni altro si volse, talchè Boccaccio vedendo il figlio portato da inclinazione si grande alle lettere, gli permise per ultimo di applicarvisi interamente; ma volle insieme che prima egli apprendesse il Diritto canonico. Cosi il Villani, e similmente Domenico d1 Arezzo, il quale solo non parla punto dello studio dei Canoni. È certo nondimeno eli1 ei fu dal padre costretto a rivolgersi a questa scienza, poichè egli stesso ci narra (Geneal. Deor. l. 15, c. 10) che, dopo avere per sei anni gittato il tempo nell1 esercizio della mercatura, suo padre veggendo in lui inclinazione e talento per le lettere, volle ch’egli intraprendesse lo studio de’ Canoni, ed io, dice, sotto un celebre professore quasi altrettanto tempo inutilmente gittai in tale studio. Questo celebre professore, dalla maggior parte degli scrittori della Vita del Boccaccio, vuolsi che fosse Cino da Pistoja; e se ne arreca in pruova una lettera da Giovanni scritta a questo famoso giureconsulto, data alla luce dal Doni (Prose antiche del Bocc. ec.). Ma questa