Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/350

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854 Libilo (BibL napol) che un grosso volume manoscritto di Poesie, non so se italiane o latine, se ne conserva nella libreria de’ Minori osservanti in Sulmona. XLVIU. Tra i Fiorentini che goderono deifi amicizia del Petrarca, il più intrinseco e il più confidente, dopo il Boccaccio, fu Sennuccio del Bene, detto anche. Sennuccio Bennucci figliuol di Benuccio. Se crediamo a Paolo Mini, citato dal co. Mazzucchelli (Scritt ital. t 2 , par. 2, p. 808), ei fu fatto prigione e condannato con taglia di quattromila lire, l’anno 1301, da Carlo di Valois, quando questi da Bonifacio VIII fu inviato a Firenze per acchetar*le discordie onde era sconvolta, benchè Sennuccio avesse prima accolto e trattato splendidamente più volte il medesimo Carlo in una sua villa. L’Ammirato (Stor. fior. t. 1, p. 331) e più altri scrittori fiorentini dicono che nell’anno 1326 ad istanza del pontefice Giovanni XXII fu richiamato a Firenze, e renduti gli furono i beni già confiscati. È certo però, che lungo tempo ancora dopo quell’anno egli era in Avignone , come raccogliesi da alcune poesie del Petrarca, dalle quali veggiamo ch’egli avea fatta confidenza a Sennuccio de’ suoi amori con Laura, i quali non cominciarono che nel 1327. Quindi, benchè, come osserva fi ab. de Sade (t 2, p. 58), non siavi pruova di ciò che affermano molti, ch’ei fosse segretario di Stefano Colonna o del Cardinal Giovanni di lui figliu olo, è probabil però, ch’egli stesse presso loro in Avignone, e che ivi si strignesse in amicizia col Petrarca. E ciò ancora confermasi da un