Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/359

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TERZO 863 Storia dell’Aquila dal i363, in cui era morto Boezio, fino al 1382; i quali tre poemi, benchè rozzi ed incolti, furon nondimeno dal Muratori dati alla luce (Antiq. Ital. t 6) per le notizie che ci somministrano. Somigliante giudizio dee darsi della Cronaca in terza rima de’ fatti di Arezzo dal 1310 fino al 1384# scritta da ser Gorello de’ Sinigardi o de’ Sighinardi d1 Arezzo notaio che allor vivea, la quale è stata pubblicata dal medesimo Muratori (Script Rer. ital vol 15, p. 809)5 ne^a cn* Prefazione si posson leggere le poche notizie che questo poeta ci ha lasciate di se medesimo nella sua Cronaca. Quel Pier de’ Natali, di cui abbiam ragionato parlando degli Scrittori di storia sacra, descrisse nel medesimo metro, cioè in terza rima, la venuta di papa Alessandro III a Venezia, del qual poema, che conservasi manoscritto, ha dato un saggio il celebre Apostolo Zeno (Diss. voss. t 2, p. 41). Maggior lode, in ciò che appartiene a stile poetico, deesi ad Antonio Pucci: perciocchè, come a ragione avverte il Quadrio (t. 2, p. 551), egli fu uno de’ primi che introducesse nel poetare quella burlesca e piacevol maniera, che fu poscia da’ susseguenti poeti, e singolarmente dal Berni, perfezionata. Ne sono pruova le Rime dall’Allacci inserite nella sua Raccolta, e un Capitolo delle cose di Firenze, scritto l’an 1373, e stampato dopo la Bella Mano di Giusto de’ Conti, ed altre Rime che se ne conservano manoscritte , delle quali veggasi il Crescimbeni (t 2, par. 2, p. 99). Nel qual genere di poesia si esercitaron in questo seco! medesimo