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864 LIBRO Adriano dei Rossi , Andrea Orgagna ed altri (Quadr. l. cit.). Opera di più ampio argomento fu quella che intraprese il Pucci, volgendo in terza rima la Cronaca di Giovanni Villani, la qual versione poetica è stata di fresco data alla luce in Firenze, per opera del P. Ildefonso di S. Luigi carmelitano scalzo (Deliz. degli Erud. Tosc. t. 3 , ec.). Dalla prefazione che l’indefesso sig. Domenico Maria Manni vi ha premessa, raccogliamo che Antonio fu figliuolo di un fonditor di campane, e che esercitò egli medesimo quest’impiego, e qualche altro ancora di non gran momento, che dal pubblico gli fu affidato. In essa trattasi inoltre di altre poesie di Antonio, e alcune se ne recan per saggio. Egli era già vecchio, come si trae dall’accennato capitolo, l’an 1373, e perciò non dovette viver molto più oltre. L1V. L’agricoltura ancora ebbe a questi tempi un poeta, cioè Paganino Bonafede bolognese che nel 1360 compose un poema sopra quest’arte intitolato il Tesoro dei Rustici. Il Quadrio ne rammenta (t. 6, p. 70) un codice ms. che aveane il canonico Amadei; ma il saggio che egli ne dà è sì poco felice, che a niuno, io credo, caderà mai in pensiero di pubblicarlo. Miglior sorte ha avuto il Quatriregio o Qilatri re gnio di Federigo Frezzi da Foligno domenicano, poi vescovo della sua patria, e morto al concilio di Costanza l’anno 1416 (Quetif et Echard. Script Ord. Praed. t. 1 , p. 758). In esso scrive l’autore in terza rima i quattro regni cf Amore, di Satana, de’ Vizi e delle Virtù, a imitazione di Dante, a cui,