Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/36

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540 LIBRO dell’opere di Giovanni d* Andrea, che sono sii*^ polarmente i Comenti su’ sei libri delle DecreJ tali, da lui intitolati Novelle in memoria delJ nome di sua madre e di sua figlia , le Giunte! fatte allo Specchio di Guglielmo Durante, il I rabJ tato dell7 ordine de’ Giudizj, una Vita di S. GiJ rotatilo (di cui aggiugne il Villani nell’originale latino , che con somma diligenza raccolse da ogni parte le opere), e più alili trattali e quU| stioni legali; nelle quali opere, come il Pan ci-1 roli riflette, benchè egli per lo più riferisca Pal-1 trui sentimento senza aggiungere il suo, ove! nondimeno ei prende a esaminare qualche punto, ei mostra sottigliezza e profondità d’ingegno sì grande, che non vi è stato forse per cent’anni appresso alcun altro che gli si potesse in questa scienza uguagliare. Egli è però accusato di essersi fatto bello delle fatiche altrui, e Alberico da Rosciate sciategli rimprovera (Diction. Jur. art. Mutrim.)1 che alibia fatto suo un trattato de Sponsalibus et Matrimoniis di Giovanni Anguisciola canonista di Cesena; e Baldo, benchè altre volte gli dia| il titolo di tuba et pater Juris Canonici (Con sii 226) , il chiama però con non troppo onc re voi vocacolo insignis fur alienorum laborum (in. Addit. ad. Spec. Jur. l. 4, c. de Concess praeb.) , affermando che molte cose avea egli prese da Oldrado da Ponte. Ma converrebbe] esaminare se Giovanni sia veramente reo di cc tai furti; o non sia anzi avvenuto a lui, come a più altri, cioè che gli siano state attribuite] per errore opere non sue, senza ch’egli ne avesse colpa di sorta alcuna.