Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/375

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TEI\Z0 879 quello essere il cadavere di Antenore , e che fattogli innalzare un magnifico monumento y compose egli stesso i versi che ancor vi si leggono. L’ab. de Sade riferisce (Meni, polirla vie de Petr. t. 3, p. 5^6) f iscrizione posta al sepolcro di Lovato , dirimpetto a quello di Antenore , in cui si afferma clf ei 11101*1 a’ 7 di marzo del 1309. A conoscere quale fra sì contrarie opinioni sia la più verisimile, altro mezzo non v’ha che ricorrere a’ monumenti più antichi e in conseguenza più certi. Or la scoperta del sepolcro creduto di Antenore, in cui per comune consenso ebbe la principal parte Lovato, accadde, secondo il frammento di un’antica Cronaca di Padova , pubblicata dal Muratori Script. rer. ital, vol 8, p. 461), l’an 1283: inventa arca nobilis Ariti noris corulitoris Urbis Paduae cum Capitello penes Sanctum Laurentium a porta Sancti Stephani. L’anno 1291, e non nel seguente, come il Portenari ha scritto, ei fu podestà di Vicenza, e ne abbiamo la pruova nel Supplemento alla Cronaca di Niccolò Smerego, ove se ne fa un onorevole elogio: mccxci fuit D. Lovatus Judex Potestas Vicentiae , et fecit bonum regimen, et fecit pingi et scribi historiaS de Palatio (ib. p. 111). Quindi a me pare che convenga attenersi alf autorità delr accennata iscrizione, e crederlo morto nel 1309. E ch’ei non vivesse più oltre, me lo persuade il riflettere che nella Storia del Mussato, che comincia verso questi tempi medesimi, e in cui si nominan tutti que’ Padovani più ragguardevoli che negli affari d’allora ebbero parte, di Lovato non si fa menzione. Solo il Mussato