Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/443

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TERZO y/|7 assai lungamente ci ragiona di lui in alcune sue lettere? e prima in una scritta al Boccaccio; ch’è stata data alla luce dall’ab. Mehus (Vita Ambr. caniald. p. 349), poscia dall’ab. de Sade (Meni, pour la vie de Petr. t. 3, p. 700): Un anno dopo la tua partenza (cioè Tanno 13(34) mi è venuto in casa un giovane et indole generosa, di cui mi duole che tu non abbi cognizione, benchè egli ben ti conosca, avendoti spesso veduto in Venezia e in casa mia, e in quella di Donato, e avendoti secondo il costume di quell’età attentamente osservato.... Egli è nato alle sponde dell’Adriatico circa quel tempo, se non tri inganno, in cui tu ivi eri (cioè verso l’an 1347 presso il signor di quella città (Ravenna) avolo di colui che or ne ha il dominio. È nato di povera e sconosciuta famiglia, ma è fornito di sobrietà e di gravità senile, cf acuto ingegno, di veloce e ferma memoria. In undici giorni ha apprese a mente le mie dodici egloghe, e me ne ha recitata una ogni giorno, e all’ultimo due9 con tal franchezza, qual se avesse il libro sottocchio. Egli ha inoltre, ciò che a questa età è sì raro9 il genio dell’invenzione # e molto estro e grande inclinazione alla poesia.... Il volgo non è si avido delle ricchezze, quanto ei ne è nemico... appena riceve ciò che è necessario al vitto: nell’amor della solitudine2 nella temperanza di cibo e di sonno gareggia meco, e spesse volte mi vince. Che più? Co’ suoi costumi mi ha rapito talmente j che mi è caro al pari di un figlio. Già son due anni che è presso di me. e fosse egli venuto prima; ma la sua età appena gliel avrebbe permesso. Così prosiegue il Petrarca