Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/464

Da Wikisource.

9G8 LIBRO opere in questo secolo eseguite; perciocchè troppo lungo sarebbe il voler cercare minutamente ogni cosa. II. I Visconti che per estensione di dominio furono in questo secolo i più potenti fra’ principi italiani, diedero anche più splendide pruove della loro grandezza. Il celebre ponte di Pavia sotto il Tesino fu cominciato l’an 1351 essendo ivi podestà Giovanni da Mandello nobile milanese, e nello spazio di un anno ne furon gittati i primi cinque archi, come da una iscrizione, che leggesi sullo stesso ponte, dimostra il ch. conte Giulini Continuaz. delle Mem. di Mil t. 2 , p. 511, ec.). Allora non avea per anco Galeazzo \ isconti ottenuta la signoria di quella città, ma ei F ebbe poscia l’an 1359, ed è probabile che a lui si dovesse il compimento di quell1 opera maravigli osa. Del palazzo eli* ei fece innalzare in Pavia , sembrano gareggiare tra loro gli storici di que’ tempi nclF esaltarne la singolare magnificenza. Pier Candido Decembrio dice (Vit. Phil. Vicecom. c. 49? Script Rer. ital. vol. 20) che non avea il somigliante in tutta f Italia 5 e Andrea Biglia va ancor più oltre, affermando (Script Rer. ital. vol. 19, p. 34) eli1 ei non sa se v1 abbia il più magnifico in tutto il mondo. Di esso ancora parla il Petrarca, scrivendo al Boccaccio: Tu avresti qui veduto, gli dice (Senil. l. 5, ep. 1), il gran palazzo cui il magnanimo Galeazzo Visconti, signor di Milano e di molte altre città all’intorno , ha fatto qui innalzare, uomo che in molte cose supera molti, ma nella magnificenza del fabbricare vince se \