Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/471

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TERZO y~Ì> Non tleesi però passare sotto silenzio il nome di uno scultore che non sol nel lavoro di essa, ma in quello ancora del pulpito di questa cattedrale adoperossi allor con gran lode. Ne abbiam la memoria ne’ versi scolpiti sul pulpito stesso che, anche secondo gli antichi Annali modenesi, fu fatto l’an 1322 (Script. rer. ital. vol. 11 , p. 80). Annis progressi de Sacra Virgine Christi Undenis geminis adjectis mille trecentis Hoc Thomasinus de Ferro, planta Johannis , Massarius Sancti venerandi Geminiani Fingi fecit opus; Turrem quoque fino nitere, Actibus llenrici Sculptoris Caropionensis (*). gionc, e adoperato ancora ila’ Comuni di Bossano e di Trevigi. Di esso , dopo altri scrittori padovani, ha piti esattamente e p’ù eruditamente ragionato il eli. signor abate Giuseppe Gennari nella sua belP opera dell1 antico corso de’ fiumi in Padova e ne’ suoi contorni, stampata nel 1777; e in una lettera pubblicata nell’Antologia romana (1777 , giugno , n. LU, p. cc-)• (*) Non Carpionensis, come nella prima edizione si era scritto, ma Campi oncnsis leggesi nell’iscrizione qui riportata, come già avea avvertito il dott. Domenico Vandelli (Meditaz. sulla Vita di S. Gemin. p. 218). Egli crede che qui s’indic hi Compio , castello presso Teramo nell1 Abbruzzo. lo nelle Giunte alla prima edizione credetti più probabile che s? indicasse Campione, terra fra i laghi di Como e di Lugano nella diocesi dì Como, il qual paese è sempre stato fecondo di tali artefici , e di cui fu parimente quel Marco primo architetto del Duomo di Milano, indicato poc1 anzi. Ciò che allora congetturai, è ora certissimo pel documento da me trovato in questo archivio capitolare , da cui si raccoglie che questa famiglia fin dalla fine del XII, o almen dal principio dei XIII secolo avea V impiego di lavorar marmi per questa cattedrale. Esso è de’ 3o di